Filippo Tortu si gode un’altra medaglia. Questa volta è di bronzo e arriva agli Europei, ma le sensazioni sono comunque positive dopo un podio: “Le sensazioni, dopo una bella dormita, sono diverse da quelle a caldo. Ora capisco il peso di un simile risultato. L’apprezzo, ma non nascondo che la speranza fosse un’altra. La mia competitività mi porta sempre a puntare al massimo. Non ho comunque molto da recriminare, ho dato il massimo”.
Il velocista, reduce anche dal trionfo alle Olimpiadi di un anno fa nella 4×100, sa bene che non bisogna mai accontentarsi. Per questo motivo un terzo posto, per quanto possa soddisfare, lo induce a pensare di dover continuare a lavorare: “Sono un agonista: se andassi in pista non convinto, partirei sconfitto. Se non va come vorrei, non mi stupisco e analizzo la situazione. In questo caso i britannici, Hughes e Mitchell-Blake, sono stati piu forti”.
I punti di forza di Filippo Tortu
Nel corso di un’intervista rilasciata per la Gazzetta dello Sport, Tortu ha fatto capire che la testa gli ha consentito di andare a medaglia. Soprattutto nella seconda parte della gara in cui è riuscito a rimontare: “Ho pensato alla mia gara, consapevole che il finale è il mio forte. Sapevo che, rimanendo rilassato, avrei ripreso qualcuno. Dopo la semifinale immaginavo che Dobson potesse far meglio, mentre mi ha parzialmente sorpreso Mitchell-Blake”.
Si parla anche del suo rapporto con Marcell Jacobs, che invece ha vinto l’oro nei 100 metri. Filippo ha fatto capire che c’è stato un confronto. E sulla staffetta è ancora possibilista: “Marcell l’ho visto mentre stavo per andare allo stadio per la mia finale. Mi ha detto che il polpaccio gli faceva male e mi ha fatto l’in bocca al lupo. Poi, via social, mi ha fatto i complimenti. Per la staffetta serve avere pazienza e tornare a lavorare come avevamo fatto prima dei Giochi”.
Intanto uno dei nostri uomini jet torna dalla Baviera con una medaglia.
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