Sir Alex Ferguson ha segnato la storia del calcio mondiale a cavallo tra gli Anni Novanta e i primi anni del nuovo secolo. Alla guida del Manchester United ha portato a casa una serie incredibile di titoli, sia in patria che in giro per il mondo. Ma prima di diventare uno dei più grandi allenatori della storia di questo sport, lo scozzese è stato un giovane scapestrato. A raccontarlo è stato lui stesso in alcune recenti dichiarazioni.
Sir Alex ha fatto capire che, quando ancora era un giovane calciatore, il pallone non era il suo unico interesse. Specialmente durante i weekend: “Ero sempre in giro. Ho cominciato ad uscire ogni venerdì anche le sere prima delle partite. Mio padre mi diceva ‘Dove vai?’ e io ‘esco, vado a ballare’ e lui ‘ma domani hai la partita’ e io ‘Sono tra le riserve e non significa molto, lo sai’. Così abbiamo litigato quando mi ha detto: ‘fa’ a modo tuo, vediamo cosa succede!’ Così non ci siamo parlati per due anni tra il 1961 e il 1963”.
La scoperta del phon
Il racconto della gioventù turbolenta di Sir Alex Ferguson prosegue. E l’episodio svelato dall’ex manager dei Red Devils svela il momento esatto in cui il suo punto di vista sulla vita cambiò radicalmente: “Poi, una notte sono uscito e mi sono ubriacato. Sono finito in prigione, poi in tribunale e sono stato multato. Ero la pecora nera della famiglia. Mi è sempre rimasto in testa, questo momento. Me ne sono pentito. Con il contesto e l’educazione che avevo dietro le spalle, mi sono arreso”.
Da allora, Sir Alex Ferguson è diventato una persona diversa, soprattutto nel suo modo di intendere il calcio. E viene da pensare che i suoi proverbiali phon negli spogliatoi di Old Trafford abbiano tratto una grande influenza da questi episodi…
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Fonte immagine: Twitter
