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Serie A: vittime della paura.

Nella giornata esteticamente più brutta della stagione ride solo l’Inter che allunga sul secondo posto. San Siro devastato: era proprio necessario?

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Fonte immagine: Facebook

In pochi avrebbero immaginato che una giornata di campionato con due scontri di alta classifica potesse risultare così poco densa di emozioni e addirittura senza reti. Le aspettative erano ben altre ma vanno considerate le attenuanti, per qualcuno più che per altri. D’altronde, per assistere ad una partita spettacolare è necessario che il contributo sia equo da ambo le parti. Non meno importante il contributo di chi consente il martirio di un terreno di gioco, stressato all’inverosimile negli ultimi 15 giorni con la conseguenza che in ognuna delle ultime 4 partite qualcuno ci abbia rimesso un infortunio. Dapprima con Tomori, poi Correa, sabato Vacca e ieri Ibrahimovic. Una carneficina. Ma facciamo un passo indietro.

Assenza di Dea

In tutto ciò, siamo ancora dentro una pandemia mondiale e gli effetti di Omicron continuano a dissestare alcune squadre più di altre. L’Atalanta si è presentata all’Olimpico con una formazione irriconoscibile, tra positivi e infortunati ma nonostante questo ha lottato, strappando un punto prezioso contro una Lazio volenterosa ma poco cattiva negli ultimi sedici metri. Un’occasione persa per gli uomini di Sarri, un sospiro di sollievo per Gasperini che si augura di non doversi più ritrovare nella condizione di non poter giocare alla pari match di tale importanza.

Per gli orobici la sosta calza a pennello e da febbraio in poi potrebbe cominciare un nuovo campionato in cui dovrà guardarsi dalla Juventus, attualmente la vera minaccia per il preziosissimo quarto posto che vale la Champions.

Milan-Juve spelacchiato

Ha prevalso la paura di perdere. Ed è la cosa peggiore che possa accadere in una partita di calcio. Il Milan aveva la grande chance di rispedire gli storici rivali a distanza di sicurezza, facendo leva sulla rabbia generata dall’ “Effetto Serra”. E invece i rossoneri dopo un primo tempo discreto si sono adeguati al basso ritmo imposto dalla Juve che non ha mai impensierito Maignan, riuscendo a contenere le sgroppate di Leao e Theo Hernandez. Il terreno di gioco non ha favorito lo sviluppo del gioco palla a terra ma ad un certo punto la paura di perdere ha prevalso sulla voglia di trovare lo spunto vincente. La pochezza offensiva dei bianconeri ha contributo a rendere povera una partita che si è trascinata miseramente al 90esimo senza acuti, per la gioia dell’Inter che, alla fine dei conti, ringrazia e allunga a +4 con una partita da recuperare.

Testata allo Scudetto

Crederci, sempre. Allo stato attuale delle cose la differenza tra la capolista e le sue inseguitrici sta tutta nella capacità di non arrendersi mai e insistere fino all’ultimo alla ricerca del risultato pieno. Era successo in Supercoppa, poi in Coppa Italia e poi ancora in Campionato. La zuccata di Dzeko sul morbido cross di Dumfries regala 3 punti importantissimi agli uomini di Inzaghi al termine di una partita in cui hanno prevalso stanchezza e ritmi bassi. Ne esce a testa alta il Venezia, flagellato dal Covid ma autore di una partita attenta e orgogliosa. Ma alla fine godono i nerazzurri che si presentano al derby del 6 febbraio con un vantaggio consistente e la consapevolezza che i prossimi due turni (Milan e Napoli) potrebbero essere decisivi (o quasi) per la corsa al tricolore.

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