Ne avremmo fatto volentieri a meno. Ancora una volta in questa stagione, anziché parlare del campionato più equilibrato e incerto dell’ultimo decennio ci ritroviamo nell’ultimo lunedì invernale a commentare l’ennesimo episodio increscioso, evidente a tutti tranne che a chi deve effettivamente prendere le decisioni. Guida (in campo) e Massa (al Var) la combinano grossa non fischiando un rigore solare al Torino e in particolare il fischietto napoletano, dopo la topica del gol di Udogie di mano nel recente Milan-Udinese, conferma di vivere un momento di totale appannamento. Urge stop immediato perché sbagliare è lecito ma perseverare è drammaticamente diabolico.
Prova di maturità?
La vittoria del Milan contro l’Empoli non è stata propriamente un manifesto di estetica ma i rossoneri sono finalmente riusciti ad avere la meglio in una di quelle partite che negli ultimi tempi avevano steccato in modo preoccupante. Ingiocabili negli scontri diretti, balbettanti contro le squadre della seconda metà della classifica, un filo conduttore spezzato in senso positivo grazie al piattone di sinistro del sorprendente Kalulu. Nella settimana che ha sancito l’eliminazione del ricchissimo Psg dalla Champions League è assai bizzarro che a lanciare il Milan in vetta alla classifica sia un difensore acquistato per la modica cifra (si fa per dire) di 480 mila euro. Ennesima dimostrazione che se non hai competenze, i soldi non sono sufficienti per alzare i trofei. Ma a parte la digressione continentale gli uomini di Pioli sembrano aver imparato la lezione e sarebbero irraggiungibili anche se l’Inter vincesse a Bologna. Non succedeva da parecchie settimane.
Le sbandate di Simone
Numeri alla mano, il calo dell’Inter nel girone di ritorno è quasi inquietante ma ciò che colpisce in maniera negativa della compagine campione d’Italia è la sensazione di aver smarrito quasi del tutto le certezze acquisite nel girone di andata. Serbatoio in riserva, più di qualche giocatore che ha perso smalto e apporto del tutto insufficiente dalle alternative che stanno ribaltando il mito della rosa più forte del campionato. Inzaghi non è immune da colpe, anzi. A parte l’allenamento con la Salernitana, la squadra fatica terribilmente a segnare e la mancanza di Brozovic per la seconda volta nel giro di poche settimane crea voragini inquietanti. Eppure, a sentire lui, i nerazzurri avrebbero meritato di più e sul discusso episodio tra Ranocchia e Belotti ha preferito glissare. Un atteggiamento indisponente che non è piaciuto nemmeno agli stessi tifosi nerazzurri perchè va bene difendere la squadra dalle critiche ma negando l’evidenza molto spesso si ottiene un effetto controproducente e fare autocritica, fino a prova contraria, non è vietato dalla Costituzione.
Osimhen e Morata, doppiette per non mollare
Due attaccanti completamente diversi ma entrambi straordinariamente funzionali nelle loro rispettive squadre. Una stagione non semplicissima fin qui, tra infortuni e mille voci di mercato.
La settimana del Napoli, a detta di Spalletti, è stata parecchio complicata e il rischio che il sogno svanisse definitivamente era dietro l’angolo. E invece a Verona il Napoli sfodera una prestazione fatta di umiltà e compattezza, inibendo le fonti scaligere, rese inoffensive dalla diga Anguissa-Lobotka. Lavoro completato dal centravanti nigeriano che mantiene la sua squadra a -3 dal Milan , tanto basta per continuare a credere nello Scudetto.
Forse non servirà a coltivare speranze tricolori ma l’attaccante spagnolo della Juve è uno dei simboli della risalita. Si è ricavato uno spazio fondamentale grazie ad Allegri che ha sempre creduto in lui e dopo Villareal e Salernitana ci sarà lo scontro diretto con l’Inter che potrebbe essere lo sliding doors della stagione, da una e dall’altra parte.
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Fonte immagine: *Pagina Facebook AC Milan