Come è ormai ben noto da un paio di anni, molti paesi da tutto il mondo non hanno accettato di buon grado l’assegnazione dei mondiali del 2022 al Qatar.
Tante, forse anche troppe le discussioni che sono circolate attorno a questa decisione: dalla volontà di spostare l’evento in inverno, fino ad arrivare ai giorni d’oggi, in cui il paese del Golfo continua a violare diritti umani fondamentali.
Ed è proprio di questi ultimi che portiamo aggiornamenti non proprio confortanti, che rischiano seriamente di dare vita ad una delle competizioni più strane e controverse della storia del calcio.
L’ARRESTO DEI GIORNALISTI NORVEGESI
La Norvegia è il paese ad essersi schierato fin da subito in prima linea per il boicottaggio della competizione, attraverso iniziative portate avanti durante le partite di qualificazione. Proprio nelle ultime settimane, inoltre, un emittente del paese scandinavo è stata protagonista di uno scontro con le autorità qatariote: due giornalisti della “Norwegian Broadcasting Corporation” (NRK), Halvor Ekeland e Lokman Ghorbani, erano partiti alla volta del Qatar per la raccolta di informazioni proprio in merito all’imminente competizione calcistica. Dopo una settimana di indagini e prossimi al ritorno a casa, però, i due giornalisti vengono arrestati dalle autorità locali, trattenendoli presumibilmente per una serie di domande. Fortunatamente, Ekeland e Ghorbani fecero ritorno a casa due giorni più tardi, con la speranza di ricevere delle risposte sull’accaduto. Su dichiarazione della stessa NRK, i due giornalisti sono stati mandati in Qatar per informazioni che riguardavano specificatamente i diritti che venivano “concessi” ai lavoratori migranti della competizione, motivazione scatenante che avrebbe portato le autorità a procedere con gli arresti.
IL COMPROMESSO SULL’OMOSESSUALITA’
Altra notizia fresca, destinata a far discutere, è la dichiarazione che Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali, ha fatto in merito al soggiorno degli omosessuali durante la competizione:
“Le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti. Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche la nostra”
Come è ben noto, l’omosessualità, nella maggior parte dei paesi medio-orientali, è punibile con la morte, motivo per cui Al-Khater ha tenuto a precisare che gli omosessuali sono comunque i benvenuti in Qatar. Sarà così? Quel che è certo è che queste polemiche continueranno ancora per molto, magari chissà, fino al prosieguo della competizione.
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Fonte immagine: Creative Commons
