Non era partita nel modo migliore l’avvicinamento a queste Finals di Nations League. Il gruppo vincente dell’Europeo si è assottigliato a causa degli infortuni di Immobile, Belotti e Pessina, Donnarumma veniva bersagliato dai suoi ex tifosi con uno striscione “poco accogliente”, per usare un eufemismo e la Spagna aveva una voglia matta di vendicare la sconfitta ai rigori nella semifinale di Wembley con la prospettiva di poter interrompere la striscia di 37 risultati utili consecutivi. Insomma, i prodromi di una serata amara c’erano tutti e l’esito finale racconta una sconfitta per certi versi annunciata. Senza demeriti dei singoli e dello stesso Mancini.
La fissazione del falso nueve
Roberto Mancini è stato perfetto durante gli Europei, la sua gestione tecnica e morale del gruppo è stata inappuntabile ma nella serata di San Siro alcune sue scelte hanno suscitato qualche perplessità. In primis è apparso azzardato rischiare Bastoni nella difesa a 4, considerato che il promettente difensore nerazzurro ha sempre giocato a 3 sul versante sinistro e contro Ferran Torres si è fatto trovare sempre fuori posizione. Discorso analogo per Di Lorenzo, apparso in balìa degli spagnoli e mai supportato in copertura né da Barella e tantomeno da Chiesa. Probabilmente il Mancio non sarà rimasto indifferente di fronte agli esperimenti di Allegri con Bernardeschi e lo ha riproposto in un ruolo di finto centravanti sconfessando la sua scelta dopo appena 20 minuti. La scelta in corsa non lo ha premiato fino in fondo visto che Insigne, servito alla perfezione da Emerson a tu per tu con Unai Simon si è divorato il gol del pareggio con un destro sbilenco.
La partita è stata poi stravolta dalla doppia ingenuità di Bonucci che prima si becca un giallo per evitabili proteste e poi salta col gomito sul collo di Busquets che stramazza al suolo come se lo avessero sparato. Frittata completa, Italia in 10 e partita praticamente chiusa dal raddoppio di Ferran Torres. Peggio di così era difficile.
Pensare di poter rimettere in piedi una situazione così largamente compromessa era utopia pura ma a 5′ dalla fine la Spagna riesce a farsi del male scatenando il contropiede di Chiesa che ruba palla a metà campo, arriva davanti al portiere e appoggia a Pellegrini che accorcia le distanze. Gli azzurri ci provano disperatamente ma le furie rosse tengono palla e non concedono altre chances. La Spagna va in finale.
Donnarumma, fischi di un amore tradito
Un capitolo a parte merita la vicenda Donnarumma. Non è edificante né tantomeno frequente vedere uno stadio che fischia un giocatore della squadra di casa. Le avvisaglie si erano avute nella giornata di martedì con lo striscione appeso da esponenti della Curva Sud rossonera nei pressi dello stadio che facevano presagire un’accoglienza non proprio amichevole. Fischi assordanti durante la lettura delle formazioni e ad ogni tocco di palla dell’ex portiere del Milan che rischia di combinare un pasticcio clamoroso facendosi sfuggire un pallone che per sua fortuna sbatte sul palo e viene deviato in angolo da Bonucci. Sintomo evidente della scarsa serenità del giocatore, incapace di tapparsi le orecchie di fronte a una simile contestazione. Parliamoci chiaro, non è stata una situazione piacevole e probabilmente a farne le spese è stata soprattutto la squadra ma il comportamento del neo portiere del Psg ha lasciato a desiderare, negli ultimi mesi, in più di una circostanza.
Il Milan gli offre un rinnovo a cifre importanti e lui si chiude in un silenzio assordante nonostante venisse incalzato da più parti per chiarire una situazione che si faceva sempre più delicata e che soltanto la vittoria degli Europei ha offuscato parzialmente. Maldini decide che il tempo è scaduto, vira su Maignan, scarica definitivamente il prodotto del vivaio rossonero e si arrende di fronte alla prospettiva di perderlo a zero. Gigio se ne va a Parigi, parlerà di scelta dettata dalle ambizioni ma dimentica la cosa più importante: la riconoscenza nei confronti della società e l’amore dei tifosi che lo hanno coccolato sin dall’esordio col Sassuolo quando poco più che adolescente esordiva a San Siro. Più di 200 presenze, tante parate decisive, il bacio alla maglia, la sua firma sul ritorno in Champions League e la prospettiva di diventare una Bandiera spazzate via in un lampo. Alla vigilia del match con la Spagna Donnarumma riappare e sbandiera (?) l’amore eterno per i colori rossoneri per i quali si professa eterno tifoso, nonostante tutto. E stasera, quell’amore tradito è emerso in tutta la sua rabbiosa essenza.
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Fonte immagine: *Pagina Facebook di AC Milan Forever
