Marcell Jacobs torna a sorridere con una medaglia d’oro in più al collo. E quando gli chiedono dei confronti con Pietro Mennea, riesce a dribblarli con grande disinvoltura: “Sapete che non faccio mai paragoni. Da chi ha fatto cose grandi prendo esempio, ma non mi metto sul livello di nessuno. Ognuno ha la propria storia, le proprie gare e i propri periodi. Tutti i giorni lavoro per scrivere un pezzo di storia dello sport italiano”.
Il fresco campione europei dei 100 metri è tornato a vivere delle belle sensazioni dopo l’oro olimpico di Tokyo. E il ritorno alle corse in uno stadio colmo di tifosi e di entusiasmo gli ha fatto molto bene: “Da tanto non gareggiavo in uno stadio così pieno. Anche la presentazione alla finale è stata proprio bella: luci spente, musica… Sembrava di essere tornati a Tokyo, solo che qui gli spalti erano gremiti e là, invece, vuoti”.
Jacobs e il peso degli infortuni
Il successo ottenuto a Monaco di Baviera gli ha consentito di zittire gli scettici. In ogni caso Jacobs ribadisce l’intenzione di continuare a correre per sé e per chi gli sta accanto: “Non avevo pesi da togliermi: corro per me stesso. Sono però contento di aver fatto una discreta gara e di aver portato a casa questa medaglia. Soprattutto pensando a com’è stata la stagione, piena di problemi e infortuni. Ma i pesi ce li hanno altri e se li addossassero loro”.
Anche perchè un anno del genere è difficile da dimenticare, visti i tanti infortuni. In particolare uno che non riuscirà a cancellare: “Ho capito che occorre porsi priorità. Ma gli infortuni fanno parte del gioco. Ho disputato una grande stagione indoor, la preparazione successiva era stata ottima. Quello che è successo dopo non è stato piacevole, ma ho imparato qualcosa. Il momento più duro è stato andare a Eugene da campione olimpico dopo aver risolto diversi acciacchi e poi infortunarsi di nuovo”.
Ora il nostro campione è pronto per tornare a sfrecciare.
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Fonte immagine: Profilo Instagram @crazylongjumper