Che la nostra qualificazione al Mondiale potesse essere decisa da un calcio di rigore dubbio, fischiato al 90′ da un arbitro inglese, sembrava fin troppo bello. E invece Jorginho lo spara sopra la traversa e l’Italia si ritrova a dover fare i conti con una terribile sensazione di déjà-vu.
Lungi da me gettare la croce addosso al centrocampista del Chelsea, grande protagonista durante l’estate e rigorista infallibile fino all’errore contro Pickford a Wembley. Dopo il terzo errore sarebbe però opportuno lasciare spazio ad altri visto che i rigoristi non mancano.
Ad ogni modo ci sarebbe da chiedersi il perché di questa involuzione preoccupante della nostra Nazionale, lenta e prevedibile rispetto a pochi mesi fa e incapace in 180 minuti di superare una Svizzera che non è niente di più che una buona squadra.
Occasioni sprecate
Come in Svizzera, anche nello spareggio dell’Olimpico l’Italia ha avuto l’occasione per spostare l’equilibrio a suo vantaggio e in entrambe le occasioni Jorginho ha fallito il calcio di rigore del potenziale vantaggio. Ma ciò che è parso lampante è il fatto che i ragazzi di Mancini non riescano ad esprimere quel gioco armonico ed efficace che fino ai quarti di finale col Belgio ha illuminato l’Europa.
Perché se è vero che siamo diventati campioni d’Europa, è altrettanto vero che qualcosa nei meccanismi manciniani si è inceppato. Le avvisaglie si erano avute già nella semifinale con la Spagna dove si era fatta sentire l’assenza di Spinazzola e avevamo sofferto maledettamente il loro possesso palla. Per non parlare del match con la Francia nella semifinale di Nations dove siamo andati in affanno in più occasioni. E anche nel primo tempo di stasera più di qualcuno dei nostri è apparso decisamente in confusione.
Pochi alibi
Resta difficile aggrapparsi alle assenze, sicuramente numerose e in ruoli strategici, Verratti, Pellegrini e Immobile, solo per citarne alcuni.
La condizione generale degli azzurri è apparsa deficitaria, Barella non al meglio in seguito all’infortunio occorso nel derby, Insigne mai in grado di saltare l’uomo e creare superiorità. Per non parlare dell’annosa questione centravanti con Belotti ancora una volta evanescente nel 4-3-3 che non facilità il ruolo della prima punta. Berardi ha dato un pizzico di vivacità in più ad un reparto offensivo piuttosto asfittico e confusionario in cui sono mancati ancora una volta gli inserimenti dei centrocampisti (Locatelli in primis) e le sovrapposizioni degli esterni.
Tutto in 90 minuti
A guardare la classifica la situazione non è poi così drammatica. Sarà sufficiente vincere in Irlanda buttando un occhio al risultato della Svizzera che affronterà la Bulgaria tra le mura amiche. Un eventuale arrivo a pari punti manderebbe in Qatar la squadra con la migliore differenza reti e in questo momento la squadra di Mancini ha due reti di vantaggio sugli elvetici. Quindi nulla è perduto. Ma per evitare un nuovo psicodramma come quello del novembre 2017 sarà fondamentale che il tecnico marchigiano mandi in campo tutti coloro che siano in grado di non farsi sovrastare dalla paura. Perché l’Italia è più forte ma certi fantasmi del passato ti tolgono il fiato e ti annebbiano la vista. E vanno scacciati il più velocemente possibile.
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Fonte Immagine: *Pagina Facebook Nazionale Italiana di Calcio