“Mio padre non mi ha mai visto allenare. È morto quattro mesi prima che diventassi un allenatore. Mio padre era un allenatore naturale. Il mio allenatore di vita. Mi ha spinto e appoggiato nel corso della mia carriera, ma la mia vera carriera non l’ha mai vista. È difficile, per me”.
Sono queste le parole di Jurgen Klopp, un pensiero che esprime rivolgendosi al padre, ormai assente da molto tempo, proprio per essere passato a miglior vita.
Questo è qualcosa che segna profondamente la vita di un figlio, poiché superare la scomparsa di un padre non è mai facile, soprattutto perché prima o poi nella vita si presentano dei momenti in cui il supporto di un genitore è fondamentale.
Jurgen Klopp, il tecnico campione del mondo, rivela anche che gli pesa molto il fatto che suo padre non abbia mai avuto la possibilità di vederlo crescere in campo, di vederlo diventare il numero uno degli allenatori, senza poter condividere nemmeno i suoi successi, proprio perché è morto nel 2001 e quindi poco prima che Jurgen iniziasse la sua carriera al Magonza.
Gli manca quindi, anche se era molto duro nelle sue critiche, ma è proprio questo che il tecnico ricorda con piacere, perché lo spronava.
Tuttavia, un figlio assomiglia sempre ai genitori e anche lui si è reso conto di somigliare in modo impressionante al padre: “Ho 53 anni, e ho paura, perché assomiglio a mio padre. Sono uguale a lui. Non sono mai sembrato mio padre, per tutta la vita. Ho sempre pensato di essere come mia madre. Poi all’improvviso… “Sono mio padre!”.
La copia di Norbert Klopp.
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Fonte imagine: Profilo Instagram @juergenklopp_