Christian Horner torna a difendere Michael Masi. Tanto da attaccare chi non lo ha difeso al momento in cui era sotto il fuoco nemico: “Michael ha commesso degli errori ed è stato frustrante, ma bisogna pensare al ruolo che ricopriva e agli strumenti che aveva a disposizione. Non si possono dare semplicemente tutte le colpe a lui, è ingiusto. Anche noi siamo stati vittime di molti errori, ma ha un ruolo che lo espone ad alte pressioni in uno sport che ne ha già tante”.
Il capo tecnico della Red Bull non usa mezze misure per far capire che l’ex capo dei commissari della Fia andava tutelato: “Secondo me quel che è imperdonabile è quanto accaduto dopo anche sui social, lui e la sua famiglia hanno subito minacce e questo non è assolutamente accettabile. Non ha nulla a che fare con lo sport. È solo bullismo. Ecco perché ho difeso Michael, non aveva nessun sostegno nel bel mezzo di questa campagna aggressiva che lo stava riguardando”.
Horner dalla parte di Masi
Horner durante l’intervista è tornato a parlare anche del tanto chiacchierato Gran Premio di Abu Dhabi, in cui Masi ha preso la decisione di far rimuovere la safety car e lasciare i piloti liberi per l’ultimo giro: “Non sono stato il primo a chiamarlo, ho solo risposto alle pressioni esercitate su di lui e che avevo ascoltato, fa parte del mio lavoro difendere il mio team. Le decisioni di Masi non hanno influito sul risultato finale”.
Proprio quel GP ha consegnato il titolo mondiale a Max Verstappen. Il suo capo tecnico ha fatto capire che la sua guida non cambierà, neanche da campione del mondo: “Max è un pilota forte, aggressivo. Il suo stile di guida è il motivo per cui è stato votato il pilota più popolare in Formula 1, tutti sanno che darà sempre il 110%. Se deve continuare a guidare così? Assolutamente sì, andare sempre vicino al limite è nel suo Dna, ma sono sicuro che come tutti imparerà dai suoi errori”.
Mai banale, Christian Horner.
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Fonte immagine: Profilo Instagram @christianhorner