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Handanovic: “Futuro all’Inter. Onana? Non mi è mai piaciuto”

Fonte immagine: Twitter

L’annuncio di addio al calcio di Samir Handanovic ha colto un po’ tutti di sorpresa. Non chi conosce lo sloveno, che ha fatto capire cosa lo ha indotto a scegliere: “Non sono un tipo da annunci social, ma ho comunicato la decisione subito a chi mi sta vicino. È arrivato il momento di mettere la famiglia davanti dopo tanti anni: sono in pace con me stesso e felice così, è questo il momento giusto per smettere”.

L’ex portiere dell’Inter ha fatto sapere che non sono mancate per lui le proposte per nuove avventure: “Ci sono state un paio di occasioni che ho valutato bene: sarebbe stato un cambio di vita in un’altra città o in un’altra nazione, ma quando non si sono concretizzate ho scelto di lasciare la professione. Ma pure di continuare la vita a Milano: questa è casa, ormai posso dirmi milanese anche io. Adesso inizia il secondo tempo della vita e un nuovo futuro lavorativo”.

Handanovic, futuro all’Inter

Ad Handanovic viene chiesto se questo futuro lavorativo lo vedrà ancora in orbita Inter. L’ex numero 1 nerazzurro, però, non si scompone: “Al momento posso dire che sia io che il club vorremmo continuare a collaborare insieme con un ruolo diverso da quello che ho avuto fino ad ora e ci sono i presupposti perché questo accada. Al di là di tutto, voglio semplicemente il bene di questo club e, anche per il ruolo che ho avuto negli ultimi anni, ho sempre ragionato con una visione più grande: conta solo l’Inter e il suo bene”.

Lo sloveno tra le altre cose non le manda a dire ad André Onana. In particolare per alcuni suoi atteggiamenti in campo e nello spogliatoio: “Non mi è piaciuto il suo comportamento nei primi due mesi, quando non giocava. Poi, andando via, ha detto semplicemente la verità. Io sono stato sempre coerente nei suoi confronti e l’ho anche aiutato. Nessuno, però, ha detto che nella scorsa stagione ho avuto alcuni infortuni che mi hanno penalizzato ma andavo sempre in panchina con la squadra. Io e Onana non eravamo amici ma neanche nemici, eravamo buoni colleghi che insieme hanno fatto il bene dell’Inter”.

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