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GERD MÜLLER: il racconto del più grande centravanti tedesco

La carriera e la vita del più grande calciatore tedesco, venuto a mancare nella notte del 15 agosto.

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Fonte immagine: Profilo Instagram @fussballmafia_de

Il 15 agosto è venuto a mancare colui che, probabilmente, è stato il più grande calciatore della storia del calcio tedesco.

Stiamo parlando di Gerhard Müller, il bomber per eccellenza: non bello da vedere, modesto tecnicamente, ma un killer imperdonabile davanti alla porta, capace di vincere tutto ciò che c’era da vincere da protagonista assoluto. Andiamo a ripercorrere assieme quella che è stata la sua gloriosa carriera:

UNA MAGLIA, UNA PELLE: IL BAYERN MONACO

Gerd Müller nasce il 3 novembre del 1945 in una disastrata Nordlingen, completamente in ginocchio dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Per il giovane Müller, quindi, si è prospettata fin da subito un’ascesa non semplicissima, cominciando a calcare i primi terreni di un campo da gioco proprio nella squadra della sua città.

Appurato del suo indiscutibile talento, il Bayern Monaco mette gli occhi su Müller, arrivando ad acquistarlo e inserirlo, nonostante la giovane età, in prima squadra. Dopo un iniziale scetticismo di natura fisica da parte del mister dei Bavaresi, Zlatko Cajkovski, Müller diventerà, assieme ai compagni Sepp Maier e Franz Beckenbauer, il trascinatore indiscusso del Bayern Monaco, portando la squadra a vincere tutto fra la seconda metà degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta.

Con i Bavaresi, Müller vincerà in terra teutonica tre Campionati Tedeschi (1969, 1972, 1973, 1974) e quattro Coppe di Germania (1966, 1967, 1969, 1971), mentre in ambito internazionale collezionerà tre Coppe Dei Campioni (vinte consecutivamente tra il 1973 e il 1976), una Coppa delle Coppe (1967) e una Coppa Intercontinentale (1976). Müller rimarrà per ben tre lustri nella Baviera, lasciandola nel 1979 dopo 611 presenze e 568 gol, facendo di lui il recordman di gol in maglia rossa.

I SUCCESSI IN NAZIONALE

Anche in nazionale, Gerd Müller ha dato il suo grande contributo. Dopo aver esordito nel 1966 in un incontro amichevole ad Ankara contro la Turchia, Müller rifila una quaterna già alla sua seconda apparizione in maglia tedesca, nella partita vinta 6-0 contro l’Albania, valevole per le qualificazioni ai campionati europei del 1968.

La sua consacrazione arriverà nei Mondiali messicani del 1970, in cui Müller conquisterà un terzo posto con la sua nazionale, risultando però il capocannoniere dell’edizione con 10 gol. Più fortuna l’avrà nei due bienni successivi, quando riuscirà dapprima a vincere l’Europeo nel 1972 (anche qui, da capocannoniere) e poi il mondiale casalingo nel 1974, siglando il gol del definitivo 2-1 in finale contro l’Olanda di Cruyff, la squadra del decennio. Dopo il suddetto mondiale, Müller lascerà la nazionale dopo 62 partite giocate e 68 gol siglati, che lo rendono il capocannoniere della nazionale, alle spalle del solo Miroslav Klose a quota 71 gol.

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DOPO IL RITIRO: PROBLEMI CON L’ALCOOL E LA MALATTIA

Tuttavia, dopo la fine della sua carriera agonistica, Gerd Müller non rivivrà gli stessi momenti felici del suo passato da calciatore: infatti, per lui, comincerà un lungo periodo di depressione, che lo avvicineranno sempre di più all’alcool.

Sarà proprio il Bayern Monaco a prendersi cura di lui, prima fornendogli le cure per la disintossicazione, e poi affidandogli l’incarico di allenatore delle giovanili nel 1992, che deterrà fino al 2014.

Nel 2015, sempre la società bavarese, rende pubblica la notizia che Müller è affetto dalla malattia di Alzheimer, che lo relegherà inevitabilmente in un centro medico specializzato, fino alla sua morte avvenuta proprio quest’anno.

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