I Giochi Olimpici di Tokyo hanno regalato al nostro Paese e al nostro movimento sportivo una serie di emozioni e di grandi soddisfazioni impossibili da descrivere a parole. Il record di 40 medaglie portate a casa dal Giappone ha reso il tutto ancor più dolce. Ma se entriamo nel dettaglio delle gare in cui uno o più italiani sono andati a medaglia, la pelle d’oca diventa davvero difficile da tirare via.
Un po’ come nel caso di Filippo Ganna, protagonista delle due rimonte che hanno regalato la medaglia d’oro nella prova di inseguimento a squadre su pista. L’azzurro veniva dalla delusione della gara a cronometro su strada, in cui partiva da campione del mondo in carica. Poi si è calato nella vita da pistard e con un paio di strappi clamorosi ha trascinato i suoi compagni verso il titolo a cinque cerchi.
Non mi fermo
Ganna, intervistato per la Gazzetta dello Sport, ha fatto capire di non sentirsi una persona diversa dopo aver messo a segno questa autentica impresa: “Sinceramente no. Mi sembra tutto uguale! Ecco, non ho ancora corso in Italia e magari quando succederà mi renderò conto di avere una marcia in più. L’Olimpiade mi ha regalato sensazioni mai provate e se penso al fatto che sono campione olimpico, mi viene la pelle d’oca”.
Filippo Ganna è uno dei rappresentanti più forti di una generazione in netta crescita per il ciclismo su pista. Lui, però, si era già immaginato tutto: “Per me non è una sorpresa perché so come si è lavorato negli ultimi anni, dal c.t. Marco Villa a tutti gli altri. Perseveranza, impegno, cura del dettaglio. Penso che avere vinto un oro olimpico avvicinerà altri ragazzi alla disciplina. E il fatto di allenarsi dove lo hanno fatto e lo fanno gli olimpionici sarà di sicuro uno stimolo in più per i giovani”.
Ora testa al Mondiale, con un sogno iridato nel cuore.
Se volete seguire altre notizie sul mondo dello Sport cliccate QUI.
Fonte immagine: Twitter
