Federica Pellegrini racconta la sua vita senza gare. Una vita intensa anche dopo aver smesso: “Oggi sono quasi più impegnata di prima. Faccio tante cose diverse e questo è bello. Prima la mia vita aveva una magnifica, unica dimensione, il nuoto. Quando è finita, nel tempo giusto, ho avuto paura del vuoto. È quello che capita a tanti atleti quando li si priva dell’alimento principale della loro vita: l’adrenalina. Quando ho deciso che il mio tempo in piscina era finito, l’ho fatto senza vivere un dramma”.
La Divina è stata intervistata da Walter Veltroni per Sportweek. E ha raccontato il momento in cui ha deciso di smettere: “Ricordo il momento preciso: stavo rientrando da un allenamento a Tokyo, c’è stata una forte folata di vento e io ho avvertito una intensa sensazione di pace. Ho sentito in quel momento che avevo fatto tutto quello che dovevo. Per me, per la mia famiglia, per i miei allenatori, per lo sport, per il Paese. Quel vento rassicurante era un segno. Io ci credo molto, nei segni”.
Federica Pellegrini ricorda Castagnetti
Il grande uomo che ha segnato la carriera di Federica Pellegrini è senza dubbio Alberto Castagnetti. La ex campionessa lo ricorda così: “Con Castagnetti tornai a Verona per gli allenamenti. Tutti dicevano che ero una pazza, che lui aveva disintegrato atleti uomini, figurarsi che cosa avrebbe fatto con me. Lui era un cinico, uno stronzo, ma una grande, grandissima persona. Mi voleva bene e io lo sentivo. Se ne è andato troppo presto. Quando è morto, ero a casa con Luca Marin, a lui è arrivato un messaggio. Non ci credevamo. Abbiamo chiamato Isabella, la moglie, che piangeva disperata. È stata una notte terribile”.
Il leggendario allenatore l’ha aiutata anche nei momenti difficili. Come quello che stiamo per leggere: “Nel novembre del 2008, durante un meeting in Italia, una gara senza pretese, senza stress e pressioni, ho avuto la prima crisi di panico. È partita con una crisi fisiologica, difficoltà di respirazione, poi è diventata altro. Si manifestava quando gareggiavo nei 400 stile libero, una gara lunga e faticosa. Avevo paura di morire nuotando. Una paura terribile che si trasformava in panico, fisico e psicologico. Castagnetti mi insegnò a controllarlo”.
Se volete seguire altre notizie sul mondo dello Sport cliccate QUI.
Fonter immagine: Profilo Instagram @kikkafede88