Federer ha detto basta, due anni dopo aver smesso, questa è la sostanza. A 41 anni ha salutato il mondo del tennis, ma da quando ne aveva 39 le ginocchia non lo lasciavano in pace e, chiaramente, non era più il fenomeno che conoscevamo. Ci ha provato, ma si è arreso, perché il tempo passa per tutti. La domanda da farsi, a questo punto, è una: è stato il più grande tennista di tutti i tempi? Secondo me, che me li sono visti tutti da Borg in poi, sì. Se poi qualcuno mi dice che Rod Laver era più bravo, non posso replicare. Però se andiamo da metà anni 70 ad oggi, circa 50 anni, credo sia stato il migliore di tutti. Innanzitutto fortissimo su tutte le superfici, perché Bjorn era dominante sul rosso e sull’erba, ma soffriva sul cemento. Mentre McEnroe era fortissimo sull’erba e non sul rosso. Per decenni abbiamo avuto “terraioli” ed “erbivori”, mentre i tre tenori attuali (Djokovic, Nadal e Federer) sono più poliedrici dei predecessori.
I Becker, gli Edberg, i Wilander, i Lendl, eccellevano solo su una superficie. Ha certamente fatto eccezione Pete Sampras, un grandissimo, non come Roger, ma che giocatore! C’ è una cosa, però, che, ad ora, ha fatto la differenza: la longevità. I tre fenomeni hanno tutti scollinato, in formissima, quota 35 anni. Federer dovrei dire 40, ma non sarebbe onesto per il nulla che ha mostrato nell’ultimo biennio: diciamo che ci è arrivato ad un passo. E Connors? Lui si che giocò fino a 40 anni, li compì nel 1992 e credo di poter dire che equivalgano ai 43 di oggi. Come i 40 anni di Zoff nel 1982 non siano lontani dai 45 di oggi. Su una cosa non è paragonabile Jimbo con Re Roger: lo stile, in campo e fuori. Poi io lo adoravo, ma sono fatti miei… Insomma, se miscelo tutti questi elementi mi salta fuori il più grande tennista degli ultimi dieci lustri e se un novantenne mi dice che mi sbaglio, prendo atto.
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Fonte immagine: *Flickr