La presentazione del film è di venerdì 17, tradizionalmente il giorno più sfortunato dell’anno, e per uno scaramantico, e giocatore, come Beppe Signori, sembra una beffa. Ma in realtà ne ha passate tante che questa può farlo ridere.
Giocatore, di calcio, ovvio, e pure bravissimo, e giocatore, inteso come amante della scommessa, ma non certo uomo che vende, o aggiusta, partite. Questo è ciò che emerge dalla sentenza, dopo dieci anni di inferno, assolutamente ingiustificato. Assolto e riabilitato completamente un anno fa, senza se e senza ma. Il docu-film si chiama “Fuorigioco-Una storia di vita e di sport”, prodotto da Genoma film.
Racconta tutto, racconta un caso che ha segnato la vita di un campione, da 188 gol in serie A e tre titoli di capocannoniere. Racconta di un fuoriclasse che è stato radiato da parte della giustizia sportiva da ogni categoria. Poi, però, ci si è accorti che non aveva fatto niente. Dieci anni, che hanno distrutto il dopo calcio giocato di Beppe, lo hanno fiaccato nell’anima, ma non spezzato. “Un tempo lunghissimo che pesa, nonostante l’assoluzione finale.
Ho fiducia nella giustizia, ma sopportare tutto questo è stato davvero pesante. Non ce l’avrei fatta senza mia moglie, i miei figli e i miei amici. E tutti quelli che oggi non ci sono più è perché non dovevano esserci”. Beppe è stato un campione con la C maiuscola, una persona gradevolissima e, soprattutto, un uomo onesto. Punto e basta.
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Fonte immagine: *Profilo Instagram @beppesignoriofficial
