La notizia che è giunta nella giornata di mercoledì ha senza dubbio scosso e sconvolto il mondo del tennis e più in generale quello dello sport. Gli organizzatori del torneo di Wimbledon hanno deciso di chiudere le porte a tutti i giocatori nati in Russia e in Bielorussia. Almeno per il momento questa decisione è legata alla prossima edizione del torneo, in programma come di consueto a cavallo dei mesi di giugno e di luglio.
Una situazione che terrà lontano dai campi dell’All England Tennis Club alcuni tra i migliori interpreti del circuito, sia al maschile che al femminile. Da una parte ci saranno in particolare le pesanti assenze dei russi Daniil Medvedev e Andrey Rublev, mentre tra le donne non ci sarà la possibilità di vedere in azione giocatrici come Aryna Sabalenka e Viktoria Azarenka. Ma ci sono già le prime reazioni.
Djokovic contro Wimbledon
La più pesante è quella di Novak Djokovic. Il numero uno del mondo ha attaccato gli organizzatori del torneo sui social: “Condannerò sempre la guerra, non la sosterrò mai essendo io stesso figlio della guerra. So il trauma emotivo che lascia, tutti sappiamo cosa è successo in Serbia nel 1999. Nella storia recente nei Balcani abbiamo avuto molte guerre. Tuttavia, non posso sostenere la decisione di Wimbledon, penso sia pazzesca. Quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è mai buono”.
Per uno come lui, che ha convissuto con la guerra e non ha mai sposato questo genere di iniziative bellicose, attaccare gli sportivi e metterli alla gogna è sbagliato. Nole si augura che questa decisione possa cambiare, magari con l’aiuto del movimento: “La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce una violazione del nostro accordo con Wimbledon, che prevede che ogni giocatore entra nel torneo sulla base esclusiva del ranking”.
Una presa di posizione forte e inevitabile.
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Fonte immagine: Profilo Instagram @proud_of_novak_djokovic
