Sono passati 32 anni da quel 18 novembre 1989, quando morì il calciatore Denis Bergamini. O fu ucciso?
Secondo la ricostruzione della polizia gli fu messo un sacchetto in testa e poi venne adagiato supino sull’asfalto della statale Jonica a Cosenza. E oggi sotto processo, accusata di omicidio volontario e premeditato, c’è la sua ex fidanzata Isabella. La storia è tragica ed appassionante al tempo stesso, perché le tinte del giallo c’erano tutte.
Mi appassionai leggendo un libro scritto dall’ex calciatore del Bologna Carlo Petrini, dal titolo “Il calciatore suicidato”. Spendo prima due parole sull’autore, che era stato implicato nel calcio scommesse anni 80. Colpevolissimo, per sua stessa ammissione, nel suo primo libro “Nel fango dei Dio pallone” racconta tutta la verità. Ben scritto, l’ho letteralmente divorato.
Gli ho dato fiducia una seconda volta e non ho sbagliato. “Il calciatore suicidato” ci mostra Petrini in veste di investigatore e, a distanza di anni, possiamo dire che non sbagliava. Non si può, purtroppo, rendergliene merito perché è scomparso qualche anno fa, quasi cieco e in povertà.
Il corpo di Bergamini travolto da un camion, ma in perfette condizioni, con gli abiti intonsi… Qualcosa non filava. Forse, 32 anni dopo, si capirà esattamente che cosa.
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Fonte immagine: *Pagina Instagram academy_denis_bergamini