Roberto De Zerbi svela le sue sensazioni dopo le prime settimane in Premier League: “Ero un po’ in astinenza da calcio. In Inghilterra sto vivendo una esperienza per migliorarmi e crescere ma sono e resto italiano ed orgoglioso di esserlo. La Premier è un campionato un po’ differente rispetto al calcio di casa nostra. Di sicuro la passione negli stadi è molto più forte e si avverte anche in campo. Entusiasmo che contagia anche i calciatori”.
Il manager del Brighton fa capire quali sono le grandi differenze tra il calcio inglese e quello italiano: “Qui vivono l’impegno della partita in modo differente. Hanno meno pressione legata al raggiungimento a tutti i costi del risultato e di conseguenza c’è un maggior gusto nel giocare a calco. Si pensa molto di più ad attaccare, anche quando, per come consideriamo il calcio in Italia, non ci sarebbero le condizioni per puntare la porta avversaria”.
De Zerbi attacca la Fifa
Ai microfoni di Raisport De Zerbi ha parlato anche di Mondiali. In particolare della sfida molto intensa tra Iran e Stati Uniti: “Ho vissuto in Ucraina e certe dinamiche e credo che per l’Iran sia stata una partita molto difficile. Dai loro volti, all’inizio della partita, si percepiva una tensione che non era solo legata all’evento sportivo. E in effetti vivono una situazione che va al di là di una semplice partita di calcio”.
Proprio a proposito della gestione umanitaria, il tecnico lombardo non le manda a dire alla Fifa: “I calciatori sono stati coraggiosi nel mandare i messaggi, ma è la FIFA a doverli inviare e non credo sinceramente che in questo Mondiale lo abbiano fatto. Decidere di ammonire chi voleva indossare la fascia arcobaleno è davvero un qualcosa di brutto. Il club ha invitato dei bambini ucraini all’allenamento. Ho avuto piacere ad averli ospitati. Sono molto sensibile al riguardo, è un popolo orgoglioso e spero che possano ritrovare serenità”.
Un messaggio diretto e senza fronzoli
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Fonte immagine: Profilo Instagram @direttacalciomercato