Le immagini con cui si è concluso Euro 2020 sono ancora davanti ai nostri occhi, nonostante sia passata ormai più di una settimana da quando l’Italia ha alzato al cielo la coppa. Tuttavia, mentre dalle nostre parti si continua a pensare alla grande impresa compiuta sul campo, in Inghilterra si fanno i conti con l’ennesima manifestazione di insofferenza e di odio di stampo razzista, questa volta all’indirizzo dei giocatori.
Non è un caso, infatti, che nel mirino di alcuni soggetti poco raccomandabili siano finiti giocatori di pelle nera. Tra questi ci sono anche Bukayo Saka, Marcus Rashford e Jadon Sancho, la cui ‘colpa’ per aver sbagliato un calcio di rigore nella lotteria in finale li ha fatti diventare dei bersagli facili per insulti di stampo razzista. Ma al fianco di questi tre calciatori si è schierato una vecchia conoscenza del calcio inglese.
La proposta
Stiamo parlando di Stan Collymore, indimenticato giocatore che ha indossato in particolare la maglia del Liverpool. In una recente intervista ha voluto affrontare con rabbia il tema del razzismo nel calcio: “L’unico modo per trattare con la questione del razzismo nel calcio inglese è sequestrare il giocattolo alla gente. E non parlo del boicottaggio dei social, è qualcosa di più grande, come il rifiuto, da parte dei giocatori della nazionale maggiore di giocare le qualificazioni ai mondiali”.
Collymore ha deciso di entrare nel dettaglio, facendo capire che un’iniziativa del genere andrebbe attuata subito, ovvero nelle gare contro Ungheria e Andorra: “Siamo tutti consapevoli che sino al prossimo settembre, quando la nazionale tornerà in campo, la situazione rischia di peggiorare o di ripetersi. Finché non ci saranno conseguenze dirette per coloro che pensano sia giusto insultare qualcuno per il colore della pelle, queste persone continueranno a credere di poterla fare franca facendo quello che fanno”.
Ci auguriamo che non si debba mai arrivare a misure del genere, il mondo, in generale, ha sofferto troppo per il razzismo e lo sport dovrebbe essere d’aiuto a superare questo problema ma a quanto pare, spesso, diventa occasione per sprigionare odio ingiustificato che non vorremmo mai vedere.
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Fonte immagine: Twitter
