Credo che Carlo Ancelotti sia il miglior allenatore al mondo. Per risultati, per (brutto dirlo) longevità, per classe. Il suo Real Madrid ha eliminato il PSG, con la complicità di Donnarumma, è vero, ma intanto hanno vinto i “blancos”.
Credo sia il migliore perché ha vinto praticamente ovunque, solo che lo ha fatto senza urlare e, allora, per qualcuno è stato più facile celebrare un Mourinho. Che, per la cronaca, ha vinto moltissimo ma negli ultimi tempi ha avuto poche soddisfazioni. Ah, volendo ci sarebbe pure la carriera da calciatore, perché i più giovani non lo hanno visto giocare, ma è stato il centrocampista del grande Milan. Un giocatore capace di miscelare visione di gioco e interdizione. Infatti, guarda un po’, ha scelto di fare l’allenatore e ha fatto vedere a tutti che non c’era bisogno di copiare Sacchi per vincere, bastava essere Ancelotti. Che è da considerarsi migliore di Arrigo, per risultati e per permanenza in panchina, perché il Mister di Fusignano, vittima dello stress, ad un certo punto disse basta.
Carletto ha la grande capacità di saper gestire i campioni, di farsi stimare, rispettare e benvolere. Credetemi, difficile trovare uno che ne parli male. Io ho avuto il piacere di presentarlo al Vip Master di Milano Marittima, quando arrivò proprio con Sacchi e con Gianni Rivera. In pratica la storia del calcio mondiale, perché dire rossonero sarebbe terribilmente limitativo.
Dopo ebbi modo di scambiare due chiacchiere di basket, perché lui, come il sottoscritto, era grande amico di Alberto Bucci, eccezionale allenatore di basket scomparso proprio tre anni fa, il nove marzo 2019. “Albertone” era poliomelitico e, nonostante ciò, è stato in grado di crearsi una splendida carriera, arricchita da scudetti. Poi, negli anni, era diventato un motivational coach, di cui Carlo spesso si serviva. Divennero grandi, grandissimi amici, e quando il tumore con cui Bucci lottava da tempo, lo portò via per Ancelotti fu un duro colpo. Persone di grande umanità, allenatori capaci, amati da chiunque.
Alberto divenne anche Presidente della Virtus Bologna e fu il perfetto Cicerone per il Patron Massimo Zanetti, della Segafredo. “Non decidi una giornata di sole, o di pioggia, ma decidi se sarà una bella giornata di pioggia, o una brutta giornata di sole”. Gli ricordai quell’aforisma a Carlo e lui mi disse che lo aveva sempre in mente, perché nello sport i problemi ci sono sempre, lui ha il compito di far si che i suoi giocatori possano superarli al meglio. Celebrando Carlo, miglior allenatore al mondo, ho ricordato Alberto, lo so, ma ne sarebbero entrambi molto felici.
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