Niente di peggio che il calciomercato aperto a campionato in corso. Lasciate perdere le nostre posizioni da romantici anni 70, ancora memori degli album di figurine, il problema è che i comportamenti non ortodossi potrebbero essere all’ordine del giorno.
Beh, comunque quello delle figurine per un padre potrebbe essere un annoso problema, perché il figlio non fa in tempo a completare un album che la mattina dopo dieci giocatori hanno già cambiato squadra… Ma forse sbaglio io, innanzitutto perché non sono padre, e poi perché l’epoca della colla è passata. Resta, quindi, il problema più serio, la possibilità di non dare il massimo contro una squadra, quando sai che a breve andrai a giocarci.
Giulio Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, e questo è un caso emblematico. Immaginatevi un calciatore che il sabato affronta la Fiorentina ( o qualsiasi altra compagine, intendiamoci bene, era solo per dirne una ) e il lunedì vestirà la maglia viola. Dirà sempre che è un professionista e da il massimo per la società che lo paga, ma poi vediamo se è davvero così.
Una volta parlai con un portiere in procinto di passare ad un’ altra squadra e tre giorni prima la affrontò in campionato. Prese cinque gol, grazie anche a due belle papere. Fu facile, ovviamente, pensare male. Lui che mi disse, relativamente all’episodio? “Tengo famiglia”. Me lo disse con accento campano. E mi fermo qui.
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