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Calcio e scaramanzia: chi ci crede e chi no.

Tra stregoni e anatemi, c’è chi non rinuncia ad essere scaramantico.

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Fonte immagine: Profilo Instagram @paulpogba

Spesso il mondo del calcio si contraddistingue anche per il suo essere davvero scaramantico. Non bastano quindi allenamenti su allenamenti ed una alimentazione sana per giocare bene, perché c’è qualcuno che pensa di avere un asso nella manica e che ha a che fare con la scaramanzia.

Se inizialmente, nessuno ci crede, alla fine, compiere determinati gesti non toglie niente, ecco il perché del “non ci credo, ma ci credo”.

Uno tra questi è proprio Pogba, il giocatore che negli ultimi giorni ha fatto impazzire il mondo con la notizia per la quale, il centrocampista francese Campione del Mondo, sarebbe solito, prima di ogni partita importante, recarsi presso uno stregone per chiedere delle benedizioni, ma anche e soprattutto per liberarlo dal malocchio.

Ma non è l’unico che ha a che fare con queste stranezze e con l’essere scaramantico, molti infatti, ricordano anche il buon Lineker che non voleva assolutamente che gli si passasse un pallone in allenamento da scagliare in porta, poiché era convinto che fosse di cattivo presagio.

C’è anche chi è disposto a morire di caldo pur di fare uno sforzo scaramantico per la vittoria della propria squadra, come Ulivieri che anche a maggio indossava il suo cappotto porta-fortuna, forse è per questo che il Bologna è arrivato in Serie A? Un aspetto, quello degli indumenti porta fortuna, su cui dovremmo indagare anche con Galliani, che è solito indossare ad ogni partita la sua cravatta gialla.

Che dire, speriamo che non dimentichino mai gli oggetti fortunati, ma la scaramanzia è realmente presente anche sul campo da calcio, anche se in modo tacito.

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Fonte immagine: Profilo Instagram @paulpogba