Micah Richards racconta Mario Balotelli. Il giocatore inglese ha ammesso che l’azzurro non era una persona particolarmente puntuale durante la settimana: “Tutti quanti sembravano aver sincronizzato gli orologi, ma Balotelli era sempre in ritardo. Donavamo il ricavato delle multe in beneficienza e per Natale avevamo sempre almeno 100mila o 150mila sterline, tutti soldi messi da Mario perchè arrivava tardi. Magari era già nell’edificio, ma se avevamo un incontro al piano di sopra, lui era di sotto a rilassarsi. E arrivava alle riunioni sempre mezzo addormentato”.
E quando arrivavano le multe, ci pensava capitan Vincent Kompany ad accompagnarti dal board nel caso in cui volessi contestarle: “Fare reclamo contro una multa significava andare nell’ufficio dell’allenatore con Kompany. E lui portava con sè un grafico con tutte le multe. Vincent è come un insegnante, anzi, un preside. Uno dei quei tipi che quando lo vedi giri al largo”.
Richards racconta Balotelli
Il giocatore passato anche dalla Fiorentina ha svelato anche alcuni lati del carattere del belga, diventato nel frattempo allenatore: “Kompany era un tipo impegnato, teneva lui il conto delle multe, ma visto che io ero una specie di vice-capitano, uno dei leader dello spogliatoio, mi chiedeva di occuparmene. Ma io non andavo a dire all’allenatore ‘Tizio è arrivato tardi’ oppure ‘Caio non ha messo il fratino in lavatrice’. Quindi i problemi c’erano solo se ti beccava Kompany. Io non sono una spia”.
Tornando a SuperMario, Richards ha fatto capire che c’era molta empatia tra i due: “Io cercavo di essere amico di tutti. E spesso ho detto a Balotelli ‘va bene, tranquillo, per oggi non fa niente’. Ma siccome faceva tardi almeno una volta a settimana, non è che potessi farci molto…”.
Al di là del personaggio, è difficile non voler bene a Mario Balotelli.
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