Il ritiro dal mondo del calcio viene sempre vissuto come qualcosa che può causare tristezza e nostalgia: non è il caso di Asprilla.
L’ex giocatore colombiano del Parma sta vivendo quella che può essere definita proprio come vida loca!
Infatti, racconta del suo modo di vivere totalmente festaiolo e rilassato: “Me la passo alla grande. Ho un’azienda agricola, vendo canna da zucchero al governo colombiano. E attraverso una campagna pubblicitaria commercializzo preservativi. Sapete, il sesso per me è sempre stato importante…”.
“Sveglia a mezzogiorno. Colazione abbondante a base di frutta. Riposino pomeridiano. Doccia, cena e feste fino all’alba. Ho tanti dipendenti, ci pensano loro. Io dirigo. E a volte gioco ancora a pallone: ho una squadretta, qui a Tulua“.
Il calcio è stato importante, gli ha permesso di vivere una vita agiata e di mettere in atto le sue bravate, che erano presenti già da prima del suo ritiro:
“Festeggiai il Capodanno sparando in aria quattro o cinque colpi di rivoltella, che cosa volete che sia dalle nostre parti? Solo che io ero un personaggio famoso, i poliziotti mi portarono in caserma, chiamarono i dirigenti del Parma che dovettero pagare la cauzione. E la domenica dovevo essere in campo perché c’era Parma-Juventus. Diciamo che non mi preparai al meglio” dice facendo riferimento al capodanno del 1995, che resterà per sempre nella storia.
Adesso quindi il suo tempo si articola in questo, senza dimenticare la grande passione per le donne, che continua a coltivare soprattutto da dopo il divorzio con la moglie Catalina: “Però le donne mi sono sempre piaciute, e parecchio. Una volta ho anche posato nudo per un giornale italiano, e il cavalier Tanzi, che mi voleva bene ma andava a messa tutte le domeniche, si arrabbiò moltissimo. Il fatto è che di fronte a una bella donna non so resistere: devo corteggiarla. Infatti, dopo il divorzio da Catalina, non mi sono mai più sposato. Tante relazioni, ma nessuna fissa. Sa che cosa facevo con i miei compagni al Parma? Ci allenavamo in Cittadella, a trecento metri dallo stadio Tardini. Per raggiungere il campo usavamo un pullmino. Alla fine dell’allenamento io mi mettevo alla guida e, anziché rientrare al Tardini per fare la doccia, con altri sei o sette andavamo in giro per Parma a salutare le belle ragazze e le commesse dei negozi. Questo era il mio mondo: libero, puro”.
La bellezza di essere sé stessi!
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Fonte immagine: Profilo Instagram @eltinoasprilla