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Ancelotti e la piaga razzismo: “Vanno cambiate le regole”

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Fonte immagine: Profilo Instagram @mrancelotti

Si continua a parlare molto – ed è giusto che si faccia – dell’episodio che ha visto come protagonista Vinicius. Il fantasista del Real Madrid è stato oggetto di insulti razzisti durante la gara sul campo del Valencia. Non poteva non esprimersi sul tema il suo allenatore, Carlo Ancelotti.

Il tecnico italiano ha fatto capire che non ci sono molti dubbi su quanto è accaduto: “Si parla tanto di quanto è successo ed è giusto così, questa può essere una grande opportunità per migliorare rapidamente le cose. Vinicius è una vittima che passa per colpevole. Dicono che provoca, si parla di attitudine, beh, che sia chiaro: Vinicius è la vittima, cosi come sono vittime tutte quelle persone che a Mestalla si sono comportate in maniera impeccabile. Io non volevo dire che 46.000 persone si sono comportate male e per questo chiedo scusa, però c’è un gruppo di persone, e non sono uno o due tifosi, che ha fatto male, molto male, così come a Valladolid, a Maiorca e altrove”.

Ancelotti contro il protocollo

Tra le altre cose, Ancelotti ha commentato le parole di Xavi. E sembra esserci unità di intenti tra i tecnici di Real e Barcellona: “Sono d’accordo con quanto ha detto Xavi ieri, è stato esemplare: allo stadio c’è l’abitudine a insultare, è considerato normale. A Mestalla in conferenza stampa mi facevano notare la differenza tra scimmia e stupido, e perché? Si può dire stupido a una persona? Succede a Vinicius, succede a Xavi, succede a me. Dietro le panchine ci dicono di tutto, figlio di puttana, frocio, invocano le morti di padri e madri, ma cos’è? Non siamo mica in guerra. Il nostro è uno sport. La Spagna non è un Paese razzista”.

ollo: “Fermare la partita può essere una buona soluzione, ma io non posso prendere questa responsabilità, in campo c’è un giudice, l’arbitro. Ripeto, questo è un momento importante per prendere decisioni drastiche e cambiare le cose. Io domenica ho chiesto a Vinicius cosa voleva fare, e lui mi ha detto che voleva continuare a giocare. L’arbitro gli ha chiesto di continuare e la cosa è finita lì. Ripeto, io posso prendere questa decisione, ma non spetta a me. E non voglio arrivare a una soluzione tanto forte. Il problema è che il protocollo attuale è obsoleto”.

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